lunedì 26 marzo 2012

2° ipotesi programma di mixitè

L'oasi in città - Accoglienza persone con disagi sociali, con fine di reinserimento nella società




Struttura di accoglienza per persone con disagi sociali (massimo 6), con fine il reinserimento nella società. Durante il giorno vi è la presenza di operatori per coordinare le attività svolte e la vendita dei prodotti.
La terapia consiste nella consulenza psicologica e nel contatto con la natura attraverso vari lavori. Questi consistono nella cura del giardino (fiori e frutta), dell'orto urbano (tetto giardino), apicoltura (produzione miele e cera) e nella realizzazione di pane con lievito madre per ricollegarsi alla tradizione.
Nel piano terra sono localizzati gli spazi comuni, nel piano interrato il magazzino e al primo piano la zona riservata.





- Living (30%): Camere doppie al primo piano riservate ai residenti nel centro
- Create (30%): Attività giornaliera di lavoro nel giardino, nell'orto, apicoltura e impasto e cottura pane
- Exchange (15%): Vendita prodotti per autofinanziamento
- Rebuilding Nature (20%): Presenza di un giardino, di un orto, raccolta acque piovane, produzione autonoma compost, apicoltura (api specie in via di estinzione)
- Infrastructure (5%): La struttura è facilmente raggiungibile in macchina (presenza parcheggi) e con l'autobus 409, il quale collega la via Tuscolana con la via Casilina

Tavola


1° ipotesi programma di mixitè

Carta Eco Friendly - Biblioteca e laboratorio di creazione dal riciclio


Tema del progetto è la carta e tutti gli aspetti legati ad una principio delle tre "R": raccolta, riciclio, riutilizzo.
Il laboratorio di fabbricazione della carta riciclata e rilegatura libri è il primo modo di autofinanziamento concepito. Da qui i corsi dedicati ai bambini di origami e cartapesta e la vendita degli oggetti ri-creati, come buste, quaderni, scatoline, ecc.




La biblioteca aperta 24h su 24, ha come idea quella di offrire un punto di ritrovo soprattutto per gli studenti che spesso studiano fino a tarda ora e che potranno godere della suggestiva vista dell' acquedotto Alessandrino, grazie ad una grande vetrata orientata in quella direzione.


- Living (10%): Biblioteca aperta 24h su 24; alloggio custode e organizzatore corsi
- Create (30%): Riciclio e fabbricazione oggetti in carta e cartone
- Exchange (20%): Scambio libri, vendita prodotti realizzati
- Rebuilding Nature (30%): Riciclo carta, tetto giardino
- Infrastructure (10%): La struttura è facilmente raggiungibile in macchina (presenza parcheggi) e con l'autobus 409, il quale collega la via Tuscolana con la via Casilina

Tavola

3° riferimento

San Telmo Museum - Nieto Sobejano Arquitectos, Spain

Il Museo di San Telmo, nel suo stato attuale, rappresenta il risultato di un lungo processo di successive modifiche che ha parzialmente modificato il suo carattere fisico e funzionale negli anni. La sua posizione ai margini del tessuto urbano in cui incontra la topografia del Monte Urgull è una riflessione, d'altra parte, di un problema urbano molto caratteristico di San Sebastian: la soluzione di una divisione non è mai completamente risolto tra paesaggio naturale e artificiale.
Come avvicinarsi ad una estensione contemporanea di San Telmo in risposta alle nuove esigenze di spazio e le condizioni paesaggistiche stringenti, pur esprimendo la sua connessione al luogo con il passare del tempo?
Il gesto diretto e radicale, che definisce le proposta implica, paradossalmente, la sua dissoluzione pratica nel paesaggio del Monte Urgull. Ci limiteremo a costruire un nuovo muro verde, profondo e leggero, che è definito dalla topografia esistente, e che nasconde al suo interno due padiglioni che ospiteranno il nuovo programma. Questa decisione aumentare l'apprezzamento sia degli edifici storici, come anche il nuovo ingresso al museo, che offre l'accesso al vecchio edificio - che tradurranno le mostre permanenti - così come il nuovo padiglione per mostre temporanee. Il vestibolo principale sarà quindi costituire un legame naturale con le nuove aree di guardaroba,negozi, auditorium, mediateca, sala didattica e una caffetteria che completano le aree necessarie a un museo con queste caratteristiche.









Un "muro verde": in certe occasioni la metafora associata ad un'idea architettonica dà un senso a ogni aspetto del progetto. Quindi i cambiamenti lievi di direzione del muro sono sufficienti per fornire una soluzione naturale per l'accesso pedonale al Monte Urgull, per configurare un spazio espositivo all'aria aperta, o per ospitare un caffè-terrazza aperta al paesaggio e alla città.
Piuttosto l'espressione del rapporto naturale / artificiale che si estende per tutta la nostra proposta, il nuovo edificio / schermo sarà definita da una pelle metallica forata avvolto nel muschio, licheni e altre specie di piante che alla fine verrà a circondare l'intero edificio. In collaborazione con Leopoldo artisti Ferran e Agustina Otero a partire da un gioco combinatorio di alluminio pressofuso brani appositamente concepiti per questa occasione, questo sarà un intervento insolito in uno spazio pubblico che rappresenta un campo d'azione comune tra le arti plastiche e architettura.
La nuova estensione del Museo di San Telmo a modificare il suo aspetto con il passare delle stagioni: esso svanirà in più occasioni e si fondono con la vegetazione sulla collina,e riappariranno in altre occasioni che evocano un lungo muro grezzo: una metafora inaspettata - forse - del difficile rapporto che l'architettura instaura con il passare del tempo.



Tavola:

2° riferimento


Educatorium,OMA - Rem Koolhaas - Utrecht - Netherlands



Completato nel 1997, Educatorium è il rappresentante architettura delle Università di Utrecht. Nel 1985, Rem Koolhass è stato responsabile del design del master plan per De Uithof campus, che è parte della Università di Utrecht. Essi sono stati soddisfatti con il suo piano, e anche a lui commissionato il design Educatorium. L'architetto aveva completato questa architettura come una pietra miliare. Questa università ha molti ruoli, che sono alloggi per gli studenti, di laboratorio per la ricerca, lo studente sport per la salute, l'arte e le attività culturali, e così via. E 'come una vita di 9 a 5 e una città. Questi universitari intenzioni proporre il nuovo stile di vita in un campus. In Educatorium, siamo in grado di trovare la loro. Questa architettura consiste di un esame camere, aule, spazi pubblici, e il famoso ristorante. L'architetto aveva progettato tutti gli spazi creati dalla pendenza delle rampe e dei piani. La principale caratteristica di questa architettura è il piano concreto che avvolge tutto l'architettura circa la sua struttura e poi, le cose cambiano, esso diventa il tetto di un edificio. Ti piace questo progetto, è molto interessante per gli studenti che si sente la libertà dello spirito. Nel frattempo, l'interno della curva, che è finito con pannello di legno, che offre una calda atmosfera fantastica.



 
Tavola:

1° riferimento


Mill Valley Cabins 


Architects: Feldman Architecture 
Location: California
Completion Date: October 2010
Size: 500 sqm upper studio, 380 sqm lower studio
Contractor: JP Builders
Green Roof and Landscape Architecture: Jori Hook
Engineer: Yu Strandberg Engineering
Photographs: Joe Fletcher






I clienti del progetto Cabins Valley Mill hanno voluto aggiungere alcune strutture accessorie alla loro casa esistente, posizionata su un versante collinare. I clienti volevano aggiugere lo spazio per uno studio d'arte e per una stanza yoga che sarebbe potuta essere anche utilizzata come cabina privata per gli ospiti. 
Si è pensato per il progetto a due cabine separate di piccole dimensioni, che potessero risultare poco invadenti in mezzo al verde circostante e che riuscissero a fondersi nella natura.
Sul tetto della costruzione più bassa è stato realizzato un giardino che è facilmente ammirabile dall’alto dal resto della casa.
Il tetto verde, oltre a fornire un paesaggio aggiuntivo, alimenta la passione dalla proprietaria di casa per il giardinaggio.





Tavola:

lunedì 19 marzo 2012

Analisi area di studio e scelta Urban Voids

Analisi aree studio URBAN VOIDS

Macroarea E - Urban Voids n.33, n.32

Forte presenza nella zona...e sopralluogo

L'acquedotto Alessandrino



L'acquedotto Alessandrino (Aqua Alexandrina), l'undicesimo acquedotto dell'antica Roma, venne edificato nel 226 dall'imperatore Alessandro Severo(11 marzo 222 – 19 marzo 235). La sua realizzazione era finalizzata all'approvvigionamento idrico delle terme di Nerone che, situate in Campo Marzio presso il Pantheon (circa nella zona occupata oggi da Palazzo Madama), erano state radicalmente ristrutturate dallo stesso imperatore, e che pertanto da allora assunsero anche la denominazione di "terme Alessandrine" (Thermae Alexandrinae).
Le sue acque venivano captate da falde acquifere in località “Pantano Borghese”, nei pressi del XIV miglio dell'antica via Prenestina, 3 km a nord dell'abitato di Colonna. Il percorso si sviluppava, date anche le notevoli capacità tecniche dell'epoca, in buona parte su arcuazioni, mentre i tratti sotterranei erano limitati a cunicoli (di 0,72 m. di larghezza per 1,80 di altezza) per oltrepassare le alture. Le arcate dell'acquedotto Alessandrino, in speco sotterraneo fino alla tenuta di Torre Angela, sono tuttora quasi per intero visibili nei tratti successivi sui vari fossi (nella zona di Centocelle le arcate raggiungono la massima quota, tra i 20 e i 25 m) fino alla zona della “Marranella”, dopo la quale raggiunge, in percorso sotterraneo sconosciuto, la zona di Torpignattara. Da qui lo speco procedeva nuovamente interrato fino ad entrare in Roma nella zona cosiddetta ad spem veterem, nei pressi dell'attuale Porta Maggiore. Rodolfo Lanciani, al riguardo, afferma che «...[l'acquedotto] penetrava in città a un livello di 3,18 m inferiore all'attuale soglia di Porta Maggiore», che era poi il livello di campagna dell'epoca. Nelle vicinanze doveva trovarsi la piscina limaria, il bacino di decantazione per la purificazione delle acque. Nessun altro avanzo del percorso è visibile all'interno della cinta delle Mura Aureliane.
I principali interventi di restauro risalgono all'epoca di Diocleziano, a cavallo tra il III e il IV secolo, poi tra il V e il VI secolo, e ancora verso la fine dell'VIII, ad opera di papa Adriano I.
L'acquedotto Alessandrino giungeva alle terme di Nerone dopo un percorso di circa 22 km. Si è calcolato che la portata giornaliera di acqua fosse pari a 21.632 m3, circa 250 litri al secondo.

Oggi le stesse sorgenti sono utilizzate dall'acquedotto dell'Acqua Felice, realizzato nel 1585 per volontà di papa Sisto V.                             


Il Grande Raccordo Anulare taglia in due l’acquedotto, rendendone visibile lo speco protetto da una grata. Nei pressi del Parco di Torre Maura emerge di nuovo davanti alla chiesa parrocchiale per poi scomparire nuovamente e riemerge, perfettamente allineato verso ovest, nelle immediate adiacenze del Parco Alessandrino, all’interno del quale è stata costruita nel 2006 dall’architetto Meier la parrocchia di Tor Tre Teste.
Il tratto più imponente e maestoso dell’acquedotto è visibile nel quartiere Centocelle, nei pressi di via degli Olmi e via dei Pioppi, dove raggiunge un’altezza di circa 25 metri. In questo tratto, 50 arcate sovrastano viale Palmiro Togliatti ed è ben visibile una torre medioevale di difesa che ne testimonia l’utilizzo almeno fino al Medioevo. L’ultimo tratto visibile è quello alla fine di via Tor Pignattara, dove la struttura scavalca il fosso dell’acqua Bullicante (o della Maranella).

SOPRALLUOGO - URBAN VOID N 33