Il Cassero dal lato di viale Piave |
Una vista aerea del centro di Prato. Si nota chiaramente il tracciato del Corridore |
Il Corridore o Cassero Medievale è un lungo camminamento fortificato che un tempo metteva in comunicazione le mura civiche con il Castello dell’Imperatore nella città di Prato.
Il Cassero è il primo esempio realizzato di corridore e fu preso a modello nell'architettura medievale in numerose città italiane; un famoso esempio è il “passetto” o corridore di Borgo S. Angelo che collega Castel S. Angelo con il Vaticano, costruito alla fine del ‘400 a Roma.
Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Il Corridore, costruito dai fiorentini nel 1352 circa per facilitare l’ingresso delle loro truppe all'interno della città conquistata, permetteva di entrare dall'esterno di Prato e di arrivare fino al Castello dell’Imperatore posto nel cuore della città, senza essere né visti né sentiti dai cittadini. Il percorso interno rialzato di 3 metri rispetto al piano di campagna, le strette feritoie e il pavimento in terra battuta furono gli stratagemmi che aiutarono i fiorentini a mantenere l’incertezza nei pratesi sul numero di truppe presenti in città. Il camminamento superiore era secondario e collegato attraverso qualche botola con il camminamento interno ed era protetto da merli.
Il corridore venne costruito su un antico tracciato già utilizzato dai fiorentini all'inizio del ‘300 e con la sua lunghezza divideva in due una buona porzione di città; i cittadini potevano attraversarlo solo a livello della strada in due punti, i due archi chiamati uno di S. Giovanni (verso il castello) e l’altro di S. Chiara (verso le mura).
La funzione e la forma del Cassero rimasero invariati per due secoli finché nel XVI secolo iniziò un progressivo abbandono e il corridore iniziò a perdere la sua integrità fisica.
Fasi del Cassero: 1 fig 1820, 2 fig 1873, 3 fig 1909, 4 fig prima dei lavori del 2000 Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Nell’ ‘800 il corridore divideva ancora in due la città e, avendo perso la sua funzione militare, il Genio civile decise di demolire nei due punti di passaggio, dove vi erano gli archi, i relativi tratti di mura.
I danni maggiori arrivarono negli anni 30 del XIX secolo con la realizzazione di viale Piave. Lo sventramento fu di grandi dimensioni e venne demolita la porzione di Cassero più grande. La nuova strada creò un’area di risulta accanto al Corridore che si saturò di capannoni, la maggior parte presenti ancora oggi.
Progetto di sventramento per la creazione di viale Piave (anni '30) Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Fonte foto di sinistra: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Alla fine degli anni ’80, dopo un plurisecolare abbandono, il corridore tornò all'attenzione dei cittadini e si vide un primo intervento di consolidamento condotto dalla Soprintendenza dei Beni Ambientali ed Architettonici fiorentina.
Fortunatamente qualche anno dopo l’Amministrazione Comunale decise di ripristinare il Cassero su progetto degli architetti Riccardo Dalla Negra e Pietro Ruschi, concluso alla fine del 2000.
L’idea degli architetti è stata quella di realizzare un intervento sia conservativo, per le parti antiche rimaste in piedi, che architettonico di completamento, per restituire continuità all’antico tracciato ormai compromesso, facendo in modo che il Corridore diventasse un percorso espositivo per mostre temporanee.
Il tratto progettato dal lato di viale Piave |
Piante del progetto del 2000 Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Prospetto e sezione del progetto del 2000 Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Moderna pavimentazione che evidenzia l’antico tracciato del Cassero |
Il Cassero dal lato di viale Piave Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Il problema degli accessi alla quota sopraelevata del Corridore è stato risolto in modo diverso nei due ingressi del percorso espositivo.
L’intervento architettonico dal lato di via Piave è in continuità con il Cassero per forma e dimensione, anche se sono stati utilizzati materiali moderni come legno e ferro. All’interno del volume è presente una scala per raggiungere la quota del camminamento interno e la parte di ingresso che guarda il Castello è chiusa da una grata per permette la vista sia dall’interno verso l’esterno e viceversa.
Un filare di cipressi parallelo al tracciato serve ad indirizzare meglio lo sguardo verso il Castello dell’Imperatore.
L'ingresso del Cassero dal lato di viale Piave |
L'ingresso del Cassero dal lato di viale Piave |
L’intervento dal lato delle mura aveva problematiche differenti rispetto a quello di viale Piave. La zona era scoperta e per proteggerla dagli agenti atmosferici è stata creata una copertura piana in ferro e legno. E’stata rinvenuta poi una rampa cinquecentesca, utilizzata per raggiungere la quota del camminamento interno dal piano stradale, ed è stato quindi possibile riaprire la porta dello stesso periodo, una volta murata quella superiore trecentesca.
Una moderna scala posta esternamente al Cassero serve a collegare il camminamento interno con quello superiore esterno, circondato da merli che sono stati rinforzati con un reticolo armato.
Ingresso dal lato delle mura cittadine Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Ingresso dal lato delle mura cittadine |
Ingresso dal lato delle mura cittadine. La porta aperta è chiamata "del Soccorso" |
Scala che porta alla zona esterna dove è possibile salire al camminamento superiore del Corridore |
Camminamento superiore Fonte: Il corridore di Prato, una fortificazione medievale restaurata. di Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. |
Il tratto di Cassero che era stato abbattuto all'altezza dell'arco di via di S. Chiara non permetteva la continuità nel percorso espositivo ora progettato. E’ stato costruito allora un ponte, nuovo nella sua forma e nei materiali (sempre ferro e legno), che collegasse le due parti rimaste del Corridore medievale.
Le antiche murature trecentesche sono state stuccate esternamente per impedire l’accesso dell’acqua piovana che avrebbe danneggiato l’antica struttura arrivata fino a questi momento a noi.
All’interno invece la reintegrazione delle lacune degli intonaci trecenteschi e stata fatta sottorilievo in modo che si potessero evidenziare gli intonaci antichi rispetto a quelli moderni.
Tratto che da viale Piave va verso via di S. Chiara |
Interno del Corridore |
Particolare interno Gli intonaci reintegrati sono stati eseguiti sotto livello per rendere più rilevanti quelli originali |
Oggi il Cassero è un esempio di restauro architettonico ben riuscito. Gli architetti hanno seguito, quanto possibile, il principio del “minimo intervento” e il progetto è stato effettuato con sensibilità critica e storica. Il camminamento interno è stato sfruttato al meglio grazie dalla destinazione d’uso scelta, in modo che il percorso del Corridore potesse essere apprezzato per intero. Il cittadino, soprattutto, può comprendere la natura del suo antico tracciato attraverso segni moderni ideati nel rispetto della preesistenza.
Bibliografia:
Riccardo Dalla Negra, Pietro Ruschi. Il corridore di Prato.Una fortificazione medievale restaurata. Edizioni Firenze. 2000
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