La facciata principale della chiesa |
Borzești era solo un piccolo villaggio della Romania nel XV secolo, oggi diventato ormai uno dei quartiere della cittadina di Onești.
Qui è nato e cresciuto Ștefan III, detto anche Ștefan cel Mare, in italiano, Stefano il Grande (1433-1504), che fu voivoda di Moldavia dal 1457 al 1504, diventando cosi anche l'unico sovrano moldavo ad aver governato per un arco di tempo cosi grande. Ștefan difese il suo regno dalle ambizioni espansionistiche del Regno d'Ungheria, del Regno di Polonia e dell'Impero ottomano. La lunga guerra contro i turchi ed il grande successo militare nella Battaglia di Vaslui lo resero molto popolare in Europa, tanto che Papa Sisto IV lo nominò verus christianae fidei athleta ("vero campione della fede cristiana") ed è venerato come santo dalla Chiesa ortodossa orientale, che lo ricorda il 2 luglio e considerato eroe nazionale sia dalla Romania, perché a lui si deve anche l’indipendenza della regione di Bucarest detta Valacchia, che dalla Repubblica Moldova.
La Biserica Domneasca din Borzești è famosa per la leggenda che le ruota intorno e per essere l'unica chiesa costruita da Ștefan cel Mare, non per commemorare una vittoria, ma come ricordo di una perdita. Ștefan la costruì di sua iniziativa, insieme al figlio Alessandro, tra il 9 luglio 1493 e 12 ottobre 1494, in memoria di un amico d'infanzia, Gheorghita ucciso in quel luogo dai Tartari.
La chiesa vista dal viale che la congiunge con il museo di arte religiosa situato li vicino |
La storia di Ştefan III
Figlio del voivoda Bogdan II di Moldavia, Ştefan apparteneva alla casa reale dei Muşatini. Secondo i racconti popolari tramandati di generazione in generazione, Ştefan sarebbe stato concepito durante un soggiorno di una notte di Bogdan a Borzești, dove egli trascorse la notte a casa di una giovanissima e bellissima vedova, per ripartire l'indomani versio Suceava. Prima di partire però, lascio alla giovane come regalo un anello d'oro sul quale erano raffigurate la corona reale e la firma del re. Dopo alcuni mesi la donna avrebbe partorito un bambino che fu appunto chiamato Ştefan.
Si racconta che all'età di dieci anni Stefano il Grande stesse giocando con altri bambini nella zona dove ora sorge la Chiesa di Borzești. Per simulare la battaglia tra moldavi e tartari in corso all'epoca, i ragazzi si erano divisi in due gruppi e avevano legato per scherzo un giovane, Gheorghita, ad un'imponente quercia. Improvvisamente i giovani, sentendo l'arrivo dei tartari, scapparono e Stefan rimase li a combattere contro gli invasori con pochi altri . Alla fine della battaglia, emerso vittorioso, si accorse molto presto di non poter gioire in realtà: il giovane Gheorghita era morto, ucciso da una tempesta di frecce del nemico. Il ragazzo era rimasto legato alla quercia per tutta la battaglia senza essere liberato da nessuno.
Ştefan venne incolpato della morte del suo amico e venne portato assieme alla madre a Suceava davanti al sovrano che era, anche se da poco, proprio Bogdan. Una volta davanti al re la donna gli mostrò l'anello che lui le aveva donato 10 anni prima e gli disse che quello che aveva davanti non era altro che suo figlio. Bogdan allora lo prese sotto la sua protezione al palazzo reale e padre e figlio si ritrovarono.
Stefano non scordò mai la morte di Gheorghita e giurò che lo avrebbe vendicato. L'albero al quale il giovane era legato è ancora in quel luogo a ricordo della sua morte, chiuso in un campanile di legno.
Cresciuto ormai, in una battaglia contro le orde tartare ebbe l'occasione di uccidere il guerriero che quel lontano giorno aveva attaccato insieme alle sue truppe il villaggio di Borzești e aveva ucciso il suo amico.
Si racconta che all'età di dieci anni Stefano il Grande stesse giocando con altri bambini nella zona dove ora sorge la Chiesa di Borzești. Per simulare la battaglia tra moldavi e tartari in corso all'epoca, i ragazzi si erano divisi in due gruppi e avevano legato per scherzo un giovane, Gheorghita, ad un'imponente quercia. Improvvisamente i giovani, sentendo l'arrivo dei tartari, scapparono e Stefan rimase li a combattere contro gli invasori con pochi altri . Alla fine della battaglia, emerso vittorioso, si accorse molto presto di non poter gioire in realtà: il giovane Gheorghita era morto, ucciso da una tempesta di frecce del nemico. Il ragazzo era rimasto legato alla quercia per tutta la battaglia senza essere liberato da nessuno.
Ştefan venne incolpato della morte del suo amico e venne portato assieme alla madre a Suceava davanti al sovrano che era, anche se da poco, proprio Bogdan. Una volta davanti al re la donna gli mostrò l'anello che lui le aveva donato 10 anni prima e gli disse che quello che aveva davanti non era altro che suo figlio. Bogdan allora lo prese sotto la sua protezione al palazzo reale e padre e figlio si ritrovarono.
I resti della quercia dove morì il giovane Gheorghita |
Cresciuto ormai, in una battaglia contro le orde tartare ebbe l'occasione di uccidere il guerriero che quel lontano giorno aveva attaccato insieme alle sue truppe il villaggio di Borzești e aveva ucciso il suo amico.
Come ricorda una scritta incisa nella chiesa, la costruzione è stata realizzata dal principe Stefano il Grande e suo figlio, Alessandro, in un anno , tre mesi e tre giorni.
Vista laterale, si possono notare le grandi finestre gotiche |
La grande chiesa è stata costruita in stile moldavo, ha una pianta rettangolare ad una navata, divisa in due ambienti che si susseguono da una muro. Presenta una una facciata decorata con ceramica smaltata e mattoni in pietra. La costruzione è in ciottoli di fiume legati tra loro da una malta composta da uova e sangue animale. Ricorda altre chiese moldave del periodo di Ştefan III, anche se non ha il tipico campanile presente nelle chiese di questo stile. Vi sono grandi finestre di stile gotico sui lati della navata e all'interno le coperture degli ambienti sono cupole divise da archi in pietra, il tutto in stile moldavo.
Le decorazioni nel nartece |
Le decorazioni sopra l'altare |
La chiesa è stata restaurata tra il 1993 e il 1994 non mettendo particolare cura nel preservare l'antico, differenziando il nuovo.
Quello che rimanere del XV secolo sono un dipinto su parete originale raffigurante Gesù, profanato putroppo dalle spade della Tartari all'epoca delle invasioni, e il passaggio in pietra che collega i due ambienti interni della chiesa. Si racconta che l'altezza di questo passaggio fosse stata misurata su quella di Ștefan cel Mare (compresa la corona in testa), voluta da lui così ridotta per evitare di far entrare gli invasori a cavallo.
Dipinto su parete del XV secolo |
Passaggio in pietra che riporta l'altezza di Ştefan III |
Nel 2004 l'interno è stato totalmente dipinto dall'artista Gregory Smith che ha realizzato decorazione e scene della vita di Ştefan III e delle sacre scritture in finto stile bizantino del XV secolo.
Sitografia:
http://www.crestinortodox.ro/biserici-manastiri/biserica-borzesti-67984.html
http://www.santiebeati.it/dettaglio/92580
http://ro.wikipedia.org/wiki/Biserica_Adormirea_Maicii_Domnului_din_Borze%C8%99ti
http://it.wikipedia.org/wiki/%C8%98tefan_III_cel_Mare
http://www.bacau360.ro/biserica-din-borzesti/
http://fototecaortodoxiei.ro/lacasuri-de-cult/biserici/biserici-din-moldova/alte-biserici-din-moldova/album
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